La #PescaSportiva: Tra Falsi Miti di "Crudeltà" e Reali Benefici per Umani e Ambiente
In un'epoca in cui ogni attività all'aria aperta sembra dover passare ultimamente grazie ad alcuni blog e giornali ben ''precisi'', sotto la lente di un tribunale mediatico, la pesca sportiva ricreativa si trova spesso sotto il fuoco incrociato di accuse che, a ben vedere, hanno più a che fare con la disinformazione che con la scienza. L'immagine che si tenta di dipingere è quella di una pratica crudele, dove i pesci agonizzano per "asfissia" o muoiono irrimediabilmente dopo il rilascio. Ma è davvero così? O stiamo assistendo all'ennesimo caso di confusione strumentale e pseudo-scienza, orchestrato per gettare discredito su un'attività che, al contrario, porta benefici tangibili a persone e ecosistemi?
Sfatare il Mito dell'Asfissia e le Verità Scomode (per i soliti ambientalisti da strapazzo)
Chi lancia queste accuse spesso mostra (volontariamente?) di non distinguere tra la pesca sportiva ricreativa e la pesca professionale industriale. Le immagini strazianti di tonnellate di pesci che agonizzano sui ponti dei pescherecci o nelle stive, morendo lentamente per soffocamento a causa dell'enorme quantità e della mancanza d'acqua, appartengono purtroppo alla realtà della pesca su larga scala, quella che mira al profitto e alla massa. È un problema serissimo che merita attenzione.
Ma cosa c'entra questo con un pescatore sportivo che, con cura e rispetto, cattura un singolo esemplare per poi rilasciarlo? Assolutamente nulla! Equiparare le due pratiche è come confondere l'orticoltore che raccoglie un pomodoro con la deforestazione amazzonica. Una palese disonestà intellettuale che mira a distorcere la percezione pubblica.
Il "Catch & Release": Scienza a Sostegno della Vita (e non della Morte)
L'accusa più diffusa contro la pesca sportiva, in particolare per la modalità "catch & release" (cattura e rilascio), è quella di provocare la morte del pesce per stress o asfissia. Ma la ricerca scientifica dice tutt'altro. Numerosi studi hanno dimostrato che, se eseguito correttamente, il tasso di sopravvivenza dei pesci rilasciati è elevatissimo.
Ad esempio, ricerche approfondite hanno rivelato che la mortalità post-rilascio per molte specie ittiche è sorprendentemente bassa, spesso inferiore al 5-10%, se si adottano pratiche corrette come l'uso di ami senza ardiglione, la riduzione al minimo del tempo in cui il pesce rimane fuori dall'acqua, la manipolazione con mani bagnate e un rilascio delicato.
Fonti Scientifiche a Supporto:
Bartholomew, A., & Bohnsack, J. A. (2005). "A review of catch-and-release angling mortality with implications for no-take reserves." Reviews in Fish Biology and Fisheries, 15(1), 129-158. Questo studio approfondito esamina numerosi dati, concludendo che la mortalità varia molto in base alla specie e alle pratiche, ma è spesso contenuta.
Cooke, S. J., & Suski, C. D. (2007). "Are catch-and-release fishing tournaments in freshwater sustainable?." Fisheries Management and Ecology, 14(4), 305-312. Analizzano la sostenibilità dei tornei di pesca basati sul C&R, evidenziando come le pratiche corrette garantiscano alta sopravvivenza.
Muoneke, M. I., & Childress, W. M. (1994). "Hooking mortality: a review for recreational fisheries." Reviews in Fisheries Science, 2(1), 123-156. Sebbene più datato, è una pietra miliare che già allora indicava tassi di sopravvivenza significativi.
Questi studi, e molti altri, evidenziano come la reale minaccia per i pesci non sia il pescatore sportivo coscienzioso, ma piuttosto fattori come l'alterazione degli habitat, l'inquinamento e, sì, la pesca commerciale non regolamentata. I pesci hanno branchie, non polmoni; se maneggiati con cura, riprendono la loro vita acquatica senza problemi, come dimostrano le numerose ricatture di esemplari cresciuti e in salute.
Benefici Psicofisici: La Terapia dell'Amo e della Canna
Dimenticate le app di meditazione e le diete detox all'ultima moda. Se volete davvero ritrovare la pace interiore, provate a lanciare una lenza. La pesca sportiva è una vera e propria clinica a cielo aperto per la salute psicofisica, un antidoto perfetto ai ritmi folli della modernità e all'uso eccessivo di tablet, PC e telefoni:
Antistress Naturale: Ore trascorse in riva a un lago, un fiume o in mezzo al mare, con il solo rumore dell'acqua e del vento, sono un balsamo per l'anima. Addio ansia, benvenuta serenità! È scientificamente provato che il contatto con la natura riduce i livelli di cortisolo (l'ormone dello stress) e migliora l'umore. Altro che scrollare Instagram!
Concentrazione Zen: Per catturare il pesce, serve pazienza, osservazione e una buona dose di strategia. Questo allena la mente a focalizzarsi, a staccarsi dalle mille distrazioni digitali che ci assillano. Un vero e proprio "digital detox" forzato, ma piacevolissimo.
Movimento Insospettabile: Chi pensa che il pescatore stia solo seduto, si sbaglia di grosso. Lanciare, recuperare, camminare lungo la riva, spostare l'attrezzatura... la pesca sportiva è un'attività fisica a basso impatto ma costante, che tonifica i muscoli e migliora la resistenza. E si prende anche una bella dose di vitamina D, fondamentale per le ossa e il sistema immunitario, cosa che difficilmente si ottiene fissando uno schermo.
Autostima alle Stelle: La soddisfazione di una cattura, anche se poi il pesce torna libero, è impagabile. È un piccolo successo personale che alimenta l'autostima e la sensazione di essere capaci e connessi con il mondo reale.
Benefici Ambientali: Il Pescatore, Custode Silenzioso delle Acque
Oltre a non essere un "aguzzino" di pesci, il pescatore sportivo è spesso un vero e proprio alleato dell'ambiente:
Sentinelle dell'Ecosistema: I pescatori sportivi sono spesso i primi a notare cambiamenti nell'ambiente acquatico, a segnalare inquinamento o problemi alle popolazioni ittiche. Sono, di fatto, sentinelle volontarie e appassionate, che hanno un interesse primario nella salute degli ecosistemi che frequentano. Altro che "nemici dell'ambiente"! Le loro quote associative e i permessi di pesca spesso contribuiscono direttamente al ripopolamento e alla salvaguardia delle acque.
Promotori della Sostenibilità: La pesca sportiva responsabile promuove la conoscenza delle specie, il rispetto dei periodi di riproduzione e delle taglie minime. È un'attività a basso impatto che, a differenza di certe pratiche intensive, non depaupera le risorse ittiche ma ne favorisce la conservazione.
In conclusione, mentre il mondo si affanna tra algoritmi e schermi luminosi, e c'è chi preferisce lanciare accuse basate su confusione e disinformazione piuttosto che informarsi con dati veri, il pescatore sportivo, con la sua canna e la sua pazienza, si gode la vita, la natura e, sì, anche la soddisfazione di un pesce che, dopo un breve incontro, torna libero a raccontare ai suoi amici acquatici di quell'umano un po' strano che gli ha fatto fare un giro fuori dall'acqua.
E voi, cari critici del divano e propagandisti di pseudo-verità, continuate pure a preoccuparvi dell'asfissia dei pesci pescati... dai pescherecci. Noi intanto ci godiamo l'aria fresca, la pace e la bellezza che solo la natura, e un'attività responsabile come la pesca sportiva, sanno regalare.
.png)